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CENNI STORICI DELLE ISOLE TREMITI

Ci sarebbe molto da dire ! Non esagero... si potrebbero scrivere libri, fare un film, una serie televisiva addirittura o semplicemente ascoltare i racconti che si tramandano per immaginare quanta storia è passata da queste isole... crocevia di mercanti, pirati, pescatori, frati e carcerati, per poi ritrovarsi al giorno d’oggi con il turismo.

 

LE ORIGINI DEL NOME DELL’ARCIPELAGO

Le Tremiti erano conosciute, in epoca romana, come "Trimerus", dalla parola greca "trimeros", ossia "tre posti", ma il nome appare per la prima volta in alcuni manoscritti risalenti all’epoca medievale e si suppone riguardi i movimenti tellurici dell’area che hanno portato le attuali isole a distaccarsi dal Gargano. In epoca classica furono invece chiamate "Insulae Diomedeae" in omaggio all’eroe greco Diomede.

 

LE ORIGINI DELLE ISOLE TREMITI

Le Isole Tremiti hanno origini antichissime, furono abitate fin dall’epoca neolitica come testimoniato da numerosi scavi archeologici e ritrovamenti di alcuni villaggi sull’isola di S. Domino risalenti al VII – VIII secolo a.C. Sull’isola di San Nicola, sono invece stati rinvenuti fori di palificazione di una capanna datata all'Età del Ferro, nonchè svariate fosse sepolcrali attribuite all'età classica ed ellenistica, una cisterna scavata nella roccia e 2 tombe a forma di grotticella, una di queste attribuite all'antico eroe mitologico Diomede. Sotto la sede dell'odierno municipio (a S. Nicola), sono stati trovati frammenti musivi riconducibili a una domus romana. Le Tremiti erano note in antichità come luogo di confino da quando in epoca romana, Giulia, nipote di Augusto, vi fù esiliata in quanto adultera e vi morì dopo venti lunghi anni di forzato soggiorno. Successivamente nel 780 Carlo Magno invece vi esiliò Paolo Diacono, suo consigliere e suocero.

 

L'ABBAZIA DI SANTA MARIA A MARE E I MONACI

Nel 1016 arrivarono sulle isole Tremiti i frati Benedettini provenienti da Montecassino. Iniziarono a costruire l'Abbazia di Santa Maria a Mare su una Chiesa preesistente e una volta completata, fù consacrata dal vescovo di Dragonara nel 1045. Con il tempo il complesso abbaziale divenne sempre piu' importante e con diversi possedimenti anche sulla terra ferma, sopratutto grazie al riconoscimento da parte del Papa dell'indipendenza da Montecassino (XI secolo). Tuttavia i continui conflitti con la santa sede e i problemi con i pirati Dalmati, indussero il Cardinale Raniero da Viterbo, nel 1237, a dar ordine di sostituire i Benedettini con i Cistercensi di San Bernardo da Civitella Casanova (Pescara). Questi ultimi ampliarono e fortificarono l’abbazia con l'aiuto di Re Carlo D’Angiò. Essendosi sparsa la voce degli inestimabili tesori e ricchezze accumulati nell'Abbazia, nel 1334 fu saccheggiata da pirati Slavi, che uccisero tutti i monaci e distrussero il complesso monastico. Per diversi anni nessuno volle abitare le isole Tremiti, visti i continui assalti, ma nel 1412 Papa Gregorio XII inviò una congregazione di Canonici Lateranensi di San Salvatore che restaurarono in stile rinascimentale l’Abbazia e ripopolarono l'antico centro religioso fino alla fine del 1500. Anche i Lateranensi, avevano redditi e lasciti consistenti, furono così presi di mira da parte di pirati turchi resistendo all'assalto della flotta di Solimano il Magnifico. Gli attacchi in quegli anni però erano talmente ripetuti che portarono nuovamente l'Abbazia ad un lento declino.

 

L'INIZIO DELLA COLONIA PENALE A SAN NICOLA

Alla fine del 1700, Ferdinando IV di Napoli, soppresse l’Abbazia di Tremiti, cambiando il volto anche alle Isole, istituendovi una colonia penale e inviandovi guappi e vagabondi. Ai Borbonici, successe poi il reame di Napoli con Gioacchino Murat, cognato di Napoleone, il quale liberò i relegati che commisero atti di valore nell'assedio da parte degli Inglesi e Russi, che bombardarono l'Abbazia nel 1809 (ancora oggi sono visibili i fori delle palle di cannone sulla facciata della Chiesa). Con la caduta di Napoleone, le Tremiti vennero nuovamente ripopolate, questa volta per ordine di Ferdinando Il di Borbone, che al fine d'incrementare la popoIazione e contribuire allo sviluppo, nel 1843, fece insediare molti pescatori provenienti da Ischia che poterono così sfruttare proficuamente la pescosità di quell'area marittima dando luogo a una seconda colonizzazione delle Tremiti. Nel 1911 furono confinati alle Tremiti circa milletrecento libici che si opponevano all'occupazione coloniale italiana, Tutti morirono per una epidemia di tifo e in loro memoria oggi c'è un cimitero con targa commemorativa in fondo all’isola di San Nicola.

 

IL PERIODO FASCISTA ALLE ISOLE TREMITI

Nel 1932 l'arcipelago ottenne la costituzione del comune con la denominazione di: "ISOLE DI TREMITI" comprendendovi anche l'isola di Pianosa, nonostante in quell'epoca sotto il dominio fascista l'arcipelago continuò a essere luogo di confino, ospitando delinquenti comuni e politici, tra cui anche il futuro Presidente della Repubblica. Con la caduta del governo fascista, i confinati furono tutti liberati.

 

OGGI

Millenni di storia e fascino immenso circondano questo piccolo arcipelago, il tutto a cielo aperto come fosse un museo in mezzo al mare alla portata di tutti. A partire dagli anni 50' inizia lo sviluppo turistico che ha portato le Tremiti comunque a rimanere un paradisocircondato dal mare, qui dove la natura e il creato con tanta bellezza sembrano quasi aver esagerato.

 

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